giovedì 16 marzo 2017

Elezioni in Olanda: la vittoria di PirRutte


Eccoli là.

Hanno iniziato praticamente ad urne ancora aperte, e c'è da star certi che continueranno ancora per giorni. D'altra parte dopo un grande spavento scatta un bisogno quasi fisico di festeggiare, esorcizzare il rischio scampato.

Così oggi tutto l'establishment unionista, il triste teatrino bianco-rosa che da due decenni si dà il cambio al potere per applicare all'unisono lo stesso programma antipopolare, si è sentito in dovere di manifestare la propria gioia per la sconfitta alle elezioni olandesi del terribile babau populista-nazionalista-xenofobo locale: Geert Wilders.

Eccoli qua, i nostri eroi che celebrano la vittoria delle forze del bene:
Toni da grande successo, accento calcato sulla sconfitta dell'estremismo, sulla responsabilità, sulla nuova Europa da fare (sempre in un futuro imprecisato) più aperta e libera.

C'è solo un piccolo, insignificante problema:

Geert Wilders le elezioni non le ha perse, e Mark Rutte non le ha vinte.

Rispetto alle scorse elezioni, e nonostante la solita campagna di demonizzazione mediatica che viene ripetuta sempre uguale contro ogni forza "populista", il PVV di Wilders GUADAGNA 4 o 5 seggi, mentre il VVD dell'eroico Rutte ne PERDE circa 10. Per non parlare dei suoi compagni di merende laburisti, che vengono disintegrati e passano da 38 a 9 seggi: una tendenza che si ripete identica in quasi tutta Europa, e certifica l'ingloriosa ma meritatissima fine della famiglia socialista/laburista, colpevole di aver tradito quei lavoratori che diceva di rappresentare per fare da scendiletto al peggior capitalismo.



Considerando che in Olanda vige un sistema proporzionale puro, il nostro Rutte, finito di festeggiare il suo schiacciante trionfo, dovrà armarsi di pallottoliere per cercare di mettere insieme una coalizione composta da almeno 5 partiti, ed immagino come sarà facile l'azione di governo con così tanti interessi elettorali diversi in ballo. La situazione è talmente complicata che "De Volkskrant" ha pubblicato un gioco di simulazione di maggioranza in stile puzzle.

Ma anche ammesso che il nostro riesca, quale politica intende adottare? Se continuerà nella linea dura scopiazzando le posizioni di Wilders, come fatto nell'ultima fase della campagna elettorale, i populisti avranno vinto perché vedranno riconosciute le loro istanze. Se tornerà ad una politica eurottusa, immigrazionista ed "istituzionale", il partito di Wilders potrà gonfiare le vele di elettori delusi e potrà prendersi la rivincita già tra due anni, nelle elezioni per il senato.

Al di là delle tonnellate di sciocchezze che ci diranno oggi e nei prossimi giorni, il risultato olandese non sposta di una virgola la situazione: la Ue è una costruzione nata sulla testa dei popoli europei e contro il loro legittimo diritto a governarsi autonomamente e vivere ciascuno secondo i propri usi e tradizioni.
Non è il primo caso di questo tipo nella storia e probabilmente non sarà l'ultimo, ma non potrà che condividere il destino di tutti i casi precedenti: fallire.

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